Complesso monumentale Vincenziano ai Vergini

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Ci troviamo nel Complesso Vincenziano nel borgo dei Vergini a Napoli, Neapolis fuori le mura, al civico 51.

Qui abbiamo visitato la Cappella delle Reliquie, dove abbiamo visto con sorpresa l’ampolla del sangue di San Gennaro e il quadro dell’anima dannata.

In questa visita guidata siamo stati accompagnati dalla dottoressa Giovanna Moresco dell’Associazione Getta la rete, che organizza le visite in questo splendore di struttura settecentesca.

Il Complesso dei Vincenziani o Casa dei Padri Missionari Vincenziani nasce nel 1669 sui resti del Convento dei Padri Crociferi. Il primo missionario ad arrivare a Napoli fu Cosimo Galilei, nipote dello scienziato Galileo Galilei.

Durante il Settecento, sotto la guida di padre Andrea Garagni, furono eseguiti dei lavori, le donazioni della nobiltà napoletana ne permisero sia l’ampliamento della missione di evangelizzazione, che della struttura. I lavori della chiesa poi furono continuati da Luigi Vanvitelli.

Nel 2016 per la prima volta è stata aperta ai visitatori la Cappella delle Reliquie, dove sono custodite reliquie di santi martiri, poste in ostensori di legno dorato ed il quadro dell’anima dannata. Il quadro è arrivato a Napoli dalla Casa dei Missionari Vincenziani di Firenze, esso racconta dell’apparizione di una dama che arriva dall’Inferno per chiedere al suo amante di convertirsi. Ci sono inoltre le reliquie di Sant’Alfonso Maria dei Liguori, che proprio qui ha conosciuto la fede.

Qui è custodita l’ampolla con il sangue di San Gennaro, terza ad essere certificata ufficialmente, infatti è stata ritrovata con il documento di autentica del vescovo di Ferentino del 1793. In questo documento c’è anche l’iscrizione della donazione ai padri vincenziani della Congregazione di Napoli. L’altare della Cappella è di fattura di Luigi Vanvitelli mentre il quadro che è posto al centro è dell’Addolorata è di Paolo De Matteis.

Complesso dei vincenziani ampolla di San Gennaro e quadro Anima dannata

La nostra visita è cominciata dal basso e cioè scoprendo i tesori della Cripta medievale, che si trova sotto la Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli, e la Cripta della Duchessa di Sant’Elia, ovvero Maria Giuseppa Von Starhemberg. Qui accanto ai resti della Duchessa di Sant’Elia sono posti anche quelli del luminare della medicina, Domenico Cotugno, al quale a Napoli è dedicato l’ospedale. La targa commemorativa delle reliquie è stata resa nota e celebrata nel 2018.

Dopo aver risalito i gradini e lasciato questa zona davvero stupenda e dalla temperatura piacevole, siamo arrivati nella Sala dell’Assunta, dove abbiamo ammirato l’Assunzione della Vergine del 1733 di Santolo Cirillo.

La Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli di Luigi Vanvitelli ci ha lasciato davvero stupefatti. La Chiesa è a pianta centrale con un’alta cupola, dietro l’altare maggiore c’è il San Vincenzo de’ Paoli di Francesco De Mura, esponente di rilievo del Rococò italiano. Dal lato opposto c’è un organo a canne in radica di noce, costruito negli Anni Cinquanta del XX secolo. Questo organo pare sia stato un dono della duchessa di Sant’Elia. Ci sono poi quattro altari da ogni lato.

L’esterno del Complesso dei Vincenziani, in stile barocco, è posto tra palazzi abitati e cela molto bene il tesoro nascosto che abbiamo ammirato al suo interno.

Si può arrivare al Complesso Vincenziani ai Vergini con la linea 1 della Metro fermata Museo e Linea 2 fermata Cavour.

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