Passeggiando a Pozzuoli potrete visitare l’Anfiteatro Flavio che per capienza è il terzo in Italia dopo il Colosseo e l’Anfiteatro di Capua.

La struttura dell’Anfiteatro Flavio è a pianta ellittica con tre ordini di arcate sovrapposte. Quattro gli ingressi principali e dodici quelli secondari, poi l’arena al centro ovvero la “ fossa scenica” cui si accedeva dalle botole. Da queste botole aperte e sollevate dal basso uscivano le fiere, tra cui leoni, tigri e giraffe.

La parte dove sedevano gli spettatori è divisa in tre livelli di gradinate da qui la capienza fino a 40.000 posti a sedere.

Quando entrate dopo aver fatto il biglietto al nuovo totem, attraverso una scala scenderete nei sotterranei, che si trovano a circa sette metri di profondità. Qui si possono vedere le mensole che servivano a mantenere le gabbie che portavano sull’arena le belve feroci insieme ad altri elementi scenografici, come sabbia e altro che serviva a testimoniare la provenienza delle stesse.

L’arena era attraversata da una fossa lunga 45 metri che arrivava fino ai sotterranei ed era coperta da tavole di legno. Le gradinate conservano ancora in parte l’intonaco chiaro. Ma vi consiglio di soffermarvi sulla visita ai sotterranei perché molto suggestiva per la presenza di colonne e capitelli. Ai lati due rampe con cancelli, che venivano chiusi dopo aver messo tutto il necessario per far svolgere i giochi tra belve e gladiatori.

Ma come si ripulivano i sotterranei? Esisteva un sistema di collegamento all’acquedotto di Serino che permetteva di allagare la zona fino a ripulirla dai resti dei combattimenti. Il tutto fluiva poi fino alla Piscina Mirabilis.

La costruzione dell’Anfiteatro Flavio è cominciata tra la fine del regno di Nerone e l’inizio dell’età flavia. Inaugurato circa un secolo dopo con restauri databili nella seconda metà del II secolo d.C.

È probabile che qui fu condannato anche San Gennaro che doveva essere attaccato dalle fiere, ma i leoni, questo narra la leggenda, si dimostrarono mansueti con lui. Questa scena la possiamo ammirare nel quadro di Artemisia Gentileschi che si trova nella Cattedrale del Rione Terra, che ingloba il tempio di Augusto. In questa arena si sono svolti i martiri cristiani, ma il corpo di San Gennaro per la sua condanna fu spostato alla Solfatara, dove c’è la Chiesa di San Gennaro.

Aggiungiamo una curiosità sui gladiatori che se riuscivano a sopravvivere diventavano lanisti, ovvero procuratori di altri gladiatori.

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