A Bagnoli il Museo Ilva di archeologia industriale

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A Bagnoli ha aperto ad ottobre il Museo dell’Italsider, l’Ilva di Bagnoli nei locali del Circolo Ilva di via Coroglio.

Il museo vuole raccontare l’eredità dell’Italsider con la sua produzione di acciaio, cuore del quartiere di Bagnoli. Giovanni Capasso, ingegnere ed ultimo Casco Giallo, ha realizzato nel corso degli anni questo ricordo prezioso per molti operai, oggi ormai anziani, e non solo. Ex presidente dell’archivio storico di un piccolo museo che si chiama, Infobox realizzato presso il Pontile Nord.

 Il consiglio è di visitare la mostra perché la troverete molto interessante; sarete accolti dalla musica di Edoardo Bennato, e potrete passeggiare nel Museo dell’Italsider per riscoprire reperti di archeologia industriale.

Ci sono gli abiti da lavoro, tanti caschi di diverso colore, ed una collezione di apparecchi e strumentazione elettronica utilizzati nel periodo di attività dell’acciaieria. In mostra anche delle installazioni di Giancarlo Neri come ad esempio “ Le gemelle Kennell” due valvole in bella mostra all’esterno del Museo.

Inoltre è stato realizzato un cortometraggio “ L’ultimo rimasto in piedi” da parte di un giovane regista, Ugo Capolupo che racconta di Giovanni, ex dipendente dell’Italsider, che raccoglieva pezzi di archeologia che ritroviamo appunto all’interno del Museo. Qui vedrete le foto.

In bella mostra il telefono di sicurezza dell’altoforno 4 e dei Mattoni dei forni preriscaldati, così come il Limitatore di velocità del locomotore dello stabilimento.

Lo stabilimento siderurgico di Bagnoli è nato nel 1905 su 120 ettari e poi nel 1977 ha occupato una zona molto più vasta, fino a due chilometri quadrati. Hanno trovato occupazione nella fabbrica fino a 8000 dipendenti. L’ex Ilva, fu trasformata in Italsider e poi dismessa nel 1992.

Nel 1994 è cominciata la dismissione e poi la bonifica.

Ma passeggiando nel Museo si può ripercorrere tutta la storia, tante le foto che ce la mostrano, dalla nascita, passando per la sua evoluzione fino alla dismissione della fabbrica di acciaio e ghisa. Anche lo scrittore Ermanno Rea ha dedicato all’Italsider un suo romanzo, o meglio alla dismissione della fabbrica. Il titolo del racconto reportage di Rea è “La dismissione” del 2002. Qualcuno ricorderà quando nel 1990 ci fu l’ultima colata e venne spenta l’area a caldo del centro siderurgico voluto da Francesco Saverio Nitti.

All’inaugurazione del Museo sono state tante le personalità che hanno partecipato, a conclusione dell’evento è stata offerta da Altoforno Bistrot la pasta e fagioli siderurgica che riprendeva la ricetta della fabbrica.

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